"La
ragion di Stato non puo' prevalere sulla ricerca della verita'". Lo ha
assicurato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in una lunga audizione
al Copasir durata due ore e mezzo,
che ha toccato tutti i dossier della sicurezza nazionale, dalla Libia ai
migranti, dal terrorismo ("attenzione alta ma nessuna evidenza") alla rete
Telekom-Sparkle, definita "strategica" e che sara' tutelata usando "tutti gli
strumenti che la legge mette a disposizione", a Fincantieri-Stx. Nel corso della
riunione il presidente, che era accompagnato dal direttore del Dis, Alessandro
Pansa, si e' riservato di produrre in seguito ulteriore documentazione richiesta
dai componenti del Comitato. Trovare la verita' sull'uccisione di Giulio
Regeni "e' un dovere di Stato", ha spiegato Gentiloni difendendo la decisione di
mandare al Cairo l'ambasciatore Giampaolo Cantini, che si insediera' dopodomani
proprio con il fermo mandato di cercare di ottenere la massima collaborazione da
parte delle autorita' egiziane. Al premier e' stato anche chiesto conto
dell'informativa che gli Usa - a quanto riferito dal New York Times - ha mandato
al Governo Renzi per comunicare "prove esplosive" sul coinvolgimento degli
apparati di sicurezza egiziani nell'omicidio Regeni. A quanto appreso il premier
avrebbe spiegato gche in realta' il dossier era abbastanza generico e non
conteneva elementi di novita' significativi rispetto a quanto gia' noto ai
nostri 007. Il dossier non e' stato consegnato materialmente all'epoca al
Copasir perche' conteneva
informazioni di servizi terzi, ma il materiale sarebbe stato girato ai
magistrati italiani. E sono diversi i Paesi che potrebbero contribuire ad
arrivare alla verita' sull'omicidio Regeni. Oltre all'Egitto e agli Usa, anche
l'Inghilterra, visto che il ragazzo svolgeva la sua attivita' di ricerca per
conto dell'universita' di Cambridge. Sono tanti gli interessi in gioco -
economici, di influenza e di strategia - che si intersecano nel caso
dell'uccisione del ragazzo friulano. "Ma gli interessi economici - ha spiegato
il il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi - non
possono impedire l'accertamento della verita': questa e' una consapevolezza che
il Governo ha mostrato di avere oggi". Nessuna notizia, intanto,
sull'avvocato Ibrahim Metwaly, consulente legale della famiglia di Giulio Regeni
nella capitale egiziana, "scomparso", secondo notizie di stampa, all'aeroporto
della capitale mentre si stava imbarcando su un volo diretto a Ginevra.
L'intelligence italiana sta seguendo il caso. Mentre a confermare la
normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi dopodomani il ministro degli Esteri
Angelino Alfano incontrera' il suo collega egiziano Sameh Shoukry a
Londra. Altro tema dibattuto nell'audizione e' stato quello degli accordi con
la Libia che hanno portato ad un netto calo delle partenza di migranti.
Inchieste giornalistiche hanno messo in luce il ruolo dei trafficanti che
sarebbero stati 'foraggiati' dagli italiani per fermare i flussi. Gentiloni ha
smentito la circostanza sottolineando invece la strategia complessiva messa in
campo dall'Italia per frenare le partenze, parlando con tutti gli interlocutori
rappresentativi della complessa realta' libica. Dal premier Fayez al Serraj
all'uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar ai capi-tribu' cui sono stati
assicurati aiuti per la realizzazione di progetti (scuole, palestre, reti
idriche, ecc.). E attenzione il premier avrebbe assicurato anche sul versante
delle condizioni dei centro di detenzione libici: si punta a migliorarle con la
collaborazione di Oim e Unhcr.
martedì 12 settembre 2017
12/09/17 - ANSA - LIBIA: STUCCHI, ACCORDI CON CAPITRIBU' NON TRAFFICANTI
Lo dice presidente Copasir dopo audizione Gentiloni - "Accordi sono stati fatti dall'Italia non con i trafficanti, ma con i rappresentanti istituzionali libici, che non sono come da noi i sindaci democraticamente eletti, ma potremmo definirli i capivillaggio, i referenti che gestiscono amministrativamente quelle realta'". Lo ha detto il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, dopo l'audizione del premier Paolo Gentiloni, che ha risposto anche in merito alle inchieste giornalistiche che hanno riferito di pagamenti da parte dell'Italia ai trafficanti di uomini per bloccare le partenze dei migranti. "In cambio - ha spiegato Stucchi - noi abbiamo dato qualcosa ai rappresentanti
istituzionali libici che sono soprattutto progetti che possono essere
realizzati". Il presidente del Copasir ha poi spiegato che il Comitato
attende "note integrative" promesse dal premier, che oggi era accompagnato dal
direttore del Dis Alessandro Pansa. Gentiloni potrebbe tornare nuovamente in
audizione entro la fine dell'anno.
12/09/17 - ADNKRONOS - LIBIA: STUCCHI, ACCORDI PRESI CON I CAPI-VILLAGGIO, NON CON I TRAFFICANTI
"Con Gentiloni abbiamo parlato di quello che
l'Italia, e non solo l'Italia sta facendo per impedire le partenze dei migranti,
cioè degli accordi con i rappresentanti 'istituzionali' locali". Lo ha detto il
presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, dopo l'audizione presso l'organismo di
controllo sui servizi del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Per
Stucchi è chiaro che "dobbiamo discutere con chi gestisce quelle realtà, i
capi-villaggio, che sono i rappresentanti riconosciuti in quelle realtà, hanno
un ruolo, anche se non sono eletti come avviene per i nostri rappresentanti".
"Ma loro non sono i trafficanti", ha sottolineato il presidente del
Copasir.
12/09/17 - ANSA - REGENI. GENTILONI AL COPASIR; STUCCHI, ITALIA VUOLE VERITA'
Regeni: Gentiloni al Copasir; Stucchi, Italia vuole verita' 'Chiesto a Governo
pressione per avere massima collaborazione' - "Gli
interessi economici non possono impedire l'accertamento della verita': questa e'
una consapevolezza che il Governo ha mostrato di avere oggi". Lo ha detto il
presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, al termine dell'audizione del premier
Paolo Gentiloni. "Noi - ha aggiunto Stucchi - abbiamo chiesto che l'Italia
faccia pressione sul Governo egiziano per avere la massima collaborazione". Sono
arrivate, ha aggiunto, "risposte con la trasmissione di documentazione alle
nostre autorita' ma purtroppo la vicenda non trova ancora soluzione ed io sono
sempre stato dubbioso sul comportamento delle autorita' egiziane: vedremo quello
che accade".
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