E' un dovere anche verso i familiari delle vittime. Così il premier
Matteo Renzi ha spiegato nei giorni scorsi la decisione di rendere
pubblici e accessibili i documenti su otto stragi, alcune delle pagine
più oscure della recente storia italiana, come le ha definite il
presidente del Consiglio: da Ustica a Piazza della Loggia alla Stazione
di Bologna, da Piazza Fontana a Milano al Rapido 904-Italicus. Si tratta
di una declassificazione degli atti che comunque sono già stati a
disposizione dei magistrati e delle commissioni di inchiesta che hanno
condotto le indagini.Il presidente del Senato Grasso chiede una
commissione d'inchiesta , mentre c'è attesa per capire cosa raccontano
quelle carte. Ai nostri microfoni il presidente del Copasir, l’organismo
parlamentare di controllo sui servizi segreti, Giacomo Stucchi, parla di “grande soddisfazione”. E l'ambasciatore Giampiero Massolo, capo del Dis, il Dipartimento Informazione per la Sicurezza,
che coordina il lavoro della nostra intelligence e ne conserva gli
archivi spiega: "Nessuna notizia sensazionale, ma un fondamentale
contributo alla conoscenza diretta di quei fatti".
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