"Nel momento in cui si innalza la minaccia terroristica occorre
rafforzare l'intelligence: i servizi francesi aumenteranno i loro organici di
2.680 unità, da noi si parla invece di poche decine in più". Lo dice all'ANSA il
presidente del Copasir, Giacomo Stucchi,
annunciando che la prossima settimana saranno ascoltati in audizione il ministro
degli Esteri, Paolo Gentiloni ed il direttore dell'Aise, Alberto Manenti, che
riferiranno anche sull'attentato di ieri in Tunisia. Alla Camera è in discussione il decreto legge antiterrorismo che contiene una
serie di misure per rafforzare il contrasto, ma, secondo Stucchi, "si potrebbe e si dovrebbe fare di più.
Consentendo ad esempio all'intelligence di utilizzare tutti gli strumenti
disponibili, senza ledere privacy e diritti, per avere un monitoraggio completo
sui soggetti 'interessanti' ai fine della tutela della sicurezza nazionale".
Sulla vicenda di Tunisi le notizie sono ancora frammentari ed incomplete. "E'
difficile - osserva Stucchi - attribuire in modo
univoco la paternità dell'attentato. La rivendicazione dell'Isis deve essere
accertata. Il primo obiettivo dei terroristi sembra fosse il Parlamento che in
quel momento discuteva una legge molto dura contro i foreign fighters ed il
museo del Bardo era una sorta di 'piano B' nel caso non fosse riuscito l'attacco
all'edificio istituzionale. Bisogna indagare ed individuare la vera finalità
dell'azione, se era 'interna' al Paese o 'internazionale' con il museo affollato
di turisti straneri". In Tunisia, ricorda il presidente del Copasir, "diverse
centinaia di combattenti sono partiti verso i teatri di guerra e parecchi di
loro sono tornati in Patria e la loro gestione è assai problematica".
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