"Tutti i dati acquisiti fino al 6 luglio
scorso possono essere utilizzati tranquillamente dalle varie procure che stavano
facendo le indagini. Purtroppo oggi queste stesse indagini vanno avanti più
lentamente ma non sono abortite". Così Giacomo Stucchi, presidente del Copasir,
sullo stop all'utilizzo delle intercettazioni telematiche dopo l'attacco subito
dalla Hacking team, l'azienda che forniva il software 'spia' anche alle forze
dell'ordine italiane. Ora servono "nuovi fornitori"."Purtroppo a quanto
sembra di capire, in Italia non ci sono fornitori che possano dare strumenti con
la stessa efficacia. Bisognerà probabilmente rivolgersi al mercato estero, e
farlo in un tempo abbastanza ristretto", ha spiegato Stucchi all'ANSA, a margine
di un incontro della rassegna su temi d'attualità 'aCourma!'."Le
inchieste - ha aggiunto Stucchi - funzionano con quattro elementi fondamentali:
intercettazioni telefoniche, intercettazioni ambientali, pedinamenti e
intercettazioni telematiche, quelle fatte col 'trojan'di Hacking team. Oggi
manca l'intercettazione telematica" l'elemento spesso "più potente".
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