I due tecnici italiani della società Conicos, Danilo Calonego e Bruno
Cacace, e il cittadino canadese Frank Poccia, rapiti a settembre, sono stati
liberati questa notte nel sud della Libia e hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di
questa mattina con un volo dedicato. Calonego, Cacace e Poccia erano stati
sequestrati a Ghat il 19 settembre scorso nei pressi del cantiere dove
lavoravano da un gruppo armato che aveva bloccato la vettura sulla quale
viaggiavano. Ascoltati in queste ore nella caserma del Ros a Roma dal pubblico
ministero, Sergio Colaiocco, che conduce le indagini, i due tecnici italiani hanno raccontato di non aver subito violenza, di
essere stati trattati bene. Danilo Calonego e Bruno Cacace hanno
riferito anche di essere stati sempre insieme, dal rapimento fino alla
liberazione, nelle mani di un
gruppo di criminali comuni senza matrice religiosa.In una
dichiarazione ad Aki - Adnkronos International l'addetto stampa del Consiglio comunale di Ghat, Hasan Issa, ha
spiegato che "l'operazione che ha portato alla liberazione" si è
svolta "con la partecipazione delle forze di sicurezza libiche a Ghat e la
task force di sicurezza italiana". "Al momento non è possibile
parlare dei dettagli dell'operazione né dei rapitori perché l'operazione è
tuttora in corso - ha aggiunto Issa - Quello che posso affermare con certezza è
che l'operazione per la liberazione degli ostaggi è avvenuta sotto il
coordinamento del Consiglio presidenziale" guidato da Fayez al-Serraj
"e con la partecipazione delle forze di sicurezza libiche a Ghat e della
task force di sicurezza italiana". Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso
sollievo e soddisfazione per la liberazione dei due tecnici Danilo Calonego e
Bruno Cacace, rapiti in Libia il 19 settembre scorso. Lo riferisce una nota del
Quirinale. Il Presidente Mattarella ha ringraziato tutte le istituzioni che si
sono prodigate per la positiva conclusione della vicenda. "Oggi è un
momento di sollievo e di gioia che vorrei condividere con i familiari dei
nostri tecnici. Un pensiero grato a tutti coloro che hanno lavorato per la loro
liberazione, dagli apparati di sicurezza all'Unità di crisi della
Farnesina" ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Un grazie particolare - ha aggiunto il premier
- alle autorità e alle Forze di sicurezza libiche. Riconoscenza per la sincera
solidarietà fatta sentire dai sindaci e dalle kabile del sud della Libia"."Grande
soddisfazione per la notizia della liberazione dei nostri due connazionali,
Danilo Calonego e Bruno Cacace, e del loro collega canadese" ha espresso
il ministro degli Esteri, Paolo
Gentiloni."Già in settimana avevamo avuto informazioni su un
possibile sviluppo positivo della vicenda, che stava evolvendo in un modo tale
da lasciare ben sperare. Oggi è giusto condividere questa gioia con i
famigliari dei due sequestrati, che aspettavano con ansia questo momento - ha
commentato all'Adnkronos Giacomo Stucchi, presidente del Copasir - E
bisogna anche sottolineare il lavoro silenzioso e prezioso dell'Intelligence
italiana che ancora una volta, operando in collaborazione con le autorità
libiche, ha dimostrato capacità e professionalità".Stucchi ha sottolineato
"la complessità della vicenda e quindi la difficoltà del lavoro di chi è
stato chiamato ad operare, in un contesto caratterizzato da troppe voci e
informazioni inattendibili". Quanto all'eventualità del pagamento di un
riscatto, il presidente del Copasir ha osservato: "Non abbiamo notizie su
eventuali contropartite. Verificheremo quello che emerge e la strategia
seguita. Al momento non ho informazioni che mi possano portare a dire se c'è
stato qualcosa o meno in questo senso. Nelle prossime settimane faremo una
ricostruzione puntuale sulla vicenda, l'importante è che i tecnici rapiti siano
tornati a casa"."Quando apprendi certe buone - anzi ottime - notizie
ti senti sollevato. Giusto quindi ringraziare chi in silenzio risolve questioni
delicate", ha aggiunto Stucchi sul proprio profilo Twitter."Siamo
felici. Sappiamo che sta bene e che non vede l'ora di tornare, al più
presto" ha detto all'Adnkronos un nipote
di Bruno Cacace. I familiari del tecnico di Borgo San Dalmazzo nel
cuneese, appresa la notizia della liberazione, si sono ritrovati a casa della
madre ottantenne. "Siamo tutti qui a casa della mamma e - ha aggiunto -
aspettiamo il suo ritorno per riabbracciarlo"."Finalmente è finito un
incubo, c'è grande felicità per questa notizia" ha detto all'Adnkronos
Stefano Deon, sindaco di Sedico,
il comune del bellunese di cui Danilo Calonego è originario. "Ho sentito
la famiglia - ha aggiunto il sindaco del comune dove vivono la madre e una
delle figlie di Calonego - e chiaramente sono tutti molto contenti"."Provo
un forte sollievo: è la notizia che tutti aspettavamo" ha commentato il sindaco di Mondovì, Stefano Viglione.
"Abbiamo vissuto settimane di grande ansia per la sorte dei nostri
connazionali: la loro liberazione - ha sottolineato - non può quindi che
riempirci di gioia. Il pensiero va ai familiari che finalmente possono
riabbracciare i loro cari, ma anche alla proprietà dell’azienda, che sappiamo
aver vissuto settimane di grande angoscia. Tutto si è risolto per il meglio,
grazie anche all’importante lavoro della Farnesina, con la collaborazione delle
autorità libiche".
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