Sul caso Shalabayeva il Copasir chiede un'audizione ''urgentissima'' del presidente del Consiglio, Enrico Letta per ''fare piena luce'' sul caso. ''E’ mia intenzione martedì nell’ufficio di presidenza del Copasir proporre l’audizione urgentissima del presidente del consiglio Enrico Letta sulla vicenda Shalabayeva per fare piena luce sulla questione ’’, ha detto all'Adnkronos il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi.La Farnesina, intanto, precisa di non avere "alcuna competenza in materia di espulsione di cittadini stranieri dall'Italia né, in base alla normativa, ha accesso ai dati relativi a cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da Paesi terzi lo status di rifugiato politico". La nota del Ministero degli Esteri arriva "con riferimento ad alcune interpretazioni apparse su organi di stampa odierni sul provvedimento di espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua".La Farnesina ribadisce inoltre che "la sola prerogativa del Ministero degli Esteri è di verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di volta in volta segnalati dalle autorità di sicurezza italiane" e che "nel caso di specie, in conformit con la prassi vigente, nessuna indicazione è stata fornita alla Farnesina circa i motivi della richiesta di informazioni sull'eventuale status diplomatico della signora Shalabayeva".Sul caso Shalabayeva, il ministro degli Esteri, Emma Bonino, avvertì il 2 giugno il ministro dell'Interno Angelino Alfano, scrive il 'Messaggero' riferendo di un colloquio con il ministro degli Esteri. Bonino avrebbe conosciuto i fatti relativi al caso Shalabayeva per telefono e grazie a una mail inviatale da un'organizzazione impegnata nella difesa dei diritti umani, si legge nell'articolo. "Sono ben consapevole della gravità di questa vicenda e della pessima figura fatta dall'Italia. E non a caso dalla notte del 31 maggio, da quando ne sono venuta a conoscenza, quasi non mi sono occupata d'altro. Qualcuno dovrà pagare, dovrà dire davanti all'opinione pubblica: sì sono stato io", ha dichiarato il ministro in un colloquio con 'Repubblica'. Nell'intervista il ministro spiega che non ha pensato di dimettersi per quello che è successo: "Il 31 maggio, quando ho saputo di questa storia, quella poveretta era già in Kazakhstan, non sarebbe servito a nulla un gesto politico di quel tipo. Ho cercato invece di essere utile a lei".Ma la polemica continua e il presidente della commissione Esteri di Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, interviene in difesa di Alfano. ''La ricostruzione del ministro Bonino - rimarca - consente di chiarire in modo ineccepibile i tempi nei quali il ministro Alfano è venuto a conoscenza della questione Shalabayeva: esattamente il 2 giugno quando il ministro degli Esteri suonò il campanello di allarme al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni Alfano. Morale della favola: solo chi è in malafede e in effetti gioca a far cadere il governo può aprire una offensiva contro il ministro Alfano in assenza della ricostruzione dei fatti che verrà fatta quanto prima dal capo della polizia''. Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Pdl), consiglia ''maggiore cautela a tutti coloro che attaccano in modo selvaggio il vicepremier Alfano''. ''Prudenza e verifiche - avverte - debbono valere per tutti. Per il governo che deve offrire ulteriori risposte. Ma anche per chi può rischiare di prendere lucciole per lanterne. In ogni caso la serietà di Alfano è ben nota e non lascia spazio ad aggressioni politiche che vanno respinte con fermezza''.
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