"Il
soggetto che si auto-attiva e' imprevedibile, un pericolo difficilissimo da
prevenire. Da parte dell'intelligence c'e' una preoccupazione che non puo'
essere taciuta, ma che non deve paralizzare: si lavora al meglio per ridurre i
rischi". Lo ha detto il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, al
termine dell'audizione del direttore dell'Aisi, Mario Parente, dedicata in gran
parte all'attacco di Londra ed allo stato della minaccia in Italia. Proprio
quello che si e' manifestato ieri nella capitale inglese e' l'evento piu'
temuto all'intelligence, che da tempo ha messo in guardia dai terroristi
'self-starters, non legate cioe' a reti strutturate, ma che abbracciano
autonomamente la jihad dopo un percorso di radicalizzazione. Questi soggetti,
ha spiegato Stucchi, "rispondono all'appello lanciato dal portavoce
dell'Isis, Abu Muhammad al Adnani, che invitava a colpire gli infedeli con
qualunque mezzo a disposizione, anche con armi bianche, come si e' visto ieri a
Londra". "A mio parere - ha proseguito il presidente del Copasir - la
scelta di Westminster, un luogo istituzionale, un cosiddetto 'hard target', e'
stata estemporanea: l'obiettivo e' sempre quello di fare piu' vittime possibile
seminando il terrore". L'attenzione degli 007, ha aggiunto, "e' poi
centrata sui foreign fighters, poco piu' di cento quelli che hanno avuto a che
fare con l'Italia: quelli ritornati dai teatri di guerra sono pochissimi e
attentamente monitorati".
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