E' l'azione di un 'lupo solitario' o di un ristretto gruppo di terroristi a preoccupare maggiormente l'intelligence italiana. Lo ha detto - a quanto si apprende - il direttore dell'Aisi, Mario Parente, ascoltato in audizione per circa tre ore dal Copasir. Secondo il generale Parente - che ha svolto una relazione sulle principali minacce per la sicurezza nazionale e sulle contromisure messe in campo per contrastarle - l'Italia resta a rischio, come gli altri Paesi occidentali, anche se non ci sono evidenze o allarmi specifici. L'Aisi ha potenziato la sua rete di 'sensori humint', di informatori sul territorio, per captare in tempo ogni possibile segnale di rischio che proviene dagli ambienti legati all'estremismo islamico. Attenzione viene dedicata ai fenomeni di veloci radicalizzazioni ed alle situazioni legate al disagio psichico che, come si e' visto negli ultimi attentati in Europa, possono giocare un ruolo.
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