domenica 3 luglio 2016

03/07/16 - ANSA - IL PRESIDENTE DEL COPASIR, C'E' UNA GARA A CHI FA PIU' VITTIME

 "E' un bene che in Iraq, in Siria, e ora anche in Libia si stia riducendo l'area di influenza dell'Isis, ma il contraccolpo, da quanto ci dicono i servizi segreti, è evidente. Il Califfo non chiama più i foreign fighters a combattere da loro, ma li invita a colpire dovunque si trovino. Al limite, l'indicazione che hanno è di spostarsi in Occidente. E il primo obiettivo restano gli infedeli. Cioè noi. Stanno tornando alle origini, agli attacchi suicidi". Così il presidente del Copasir Giacomo Stucchi in un'intervista alla Stampa. "L'Isis ha cambiato strategia. Dal conflitto simmetrico, tra eserciti, in campo aperto, stanno passando a un conflitto asimmetrico. Pochi uomini che si immolano per ottenere un risultato enorme", spiega Stucchi. "Piuttosto che perdere dieci miliziani in battaglia, meglio mandare uno o due aspiranti suicidi a colpire un obiettivo facile, con tanta gente innocente. E meglio ancora se occidentali. Così è garantita un'eco mondiale, devastante per l'opinione pubblica". "Il passaggio di Daesh alla seconda fase, se possibile, preoccupa ancor più di prima, perché s'è visto che potrebbe esserci tanta gente che simpatizza per loro, e poi perché colpiscono sempre più spesso obiettivi facili, i cosiddetti 'soft target'", prosegue Stucchi. Guardando all'Italia, "se i luoghi a rischio, gli 'hard target', sono più o meno presidiati, i 'soft target' sono troppi. Impossibile presidiare ogni ristorante, bar, cinema, piazza di paese. Così è diventata una lotta impari". "Ai nostri servizi risulta che è in corso una sorta di gara a chi fa più danni", evidenzia Stucchi. Gli aspiranti suicidi sognano di sterminare più infedeli che possono, e allo stesso tempo sperano che il loro nome venga ricordato per l'eternità come quelli che hanno ucciso più di tutti".

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